Positività e trasformazione
Tutti nella loro vita possiedono un certo grado di positività, non dipende solo dalla
sensibilità del soggetto ma anche dal contesto in cui vive. Positività il più delle volte viene colta come un’empatia a sé stante senza andare a porsi la domanda del perché e del come nasce all’interno di noi. La vita come qualunque altra caratteristica possiede la
facoltà di porci dei limiti da superare, essi non devono essere visti come problemi da
risolvere ma come consapevolezze da raggiungere, come molte circostanze nella vita è
sempre presente il momento in cui ci poniamo delle domande che sorgono dal nostro più
profondo io con la loro risposta equivalente. Perché parlare di positività in tal senso,
ebbene basta il solo fatto di trovare risposte al perché e ciò indurrà a riconoscere in noi un descriversi di un certo garbo ( provare rispetto per se stessi ) nei nostri confronti. Trovare risposte a determinate domande denota in noi un senso di trasformazione, cioè passare da uno stato mentale a un altro migliore questa è positività. Positività è trovare in una situazione delimitante la via più giusta per uscirne, positività è denominazione di persona solida nel senso che possiede conoscenza dei suoi limiti e dei suoi pregi e pratica nel senso che si riesce a constatare che qualunque problema gli si rivolga con coscienza e
parsimonia del comprendere si può trasformare e superare ogni ostacolo. Trasformazione, passare da uno stato in un altro, potremmo definirci liberamente dei muta forma? Se è possibile delimitare la nostra essenza in un pensiero o in una frase e far comprendere una nostra logica di discorso riguardo ad un argomento, questa stessa definizione ci potrebbe reiterare come un probabile muta forma. Più forme di un contesto qualunque più sorgenti di pensiero, cambiamo continuamente a seconda della condizione e del contesto in cui viviamo. Ci adattiamo, viviamo e amiamo una vita che raramente riflette una nostra logica o pensiero ma questo è del tutto normale, visto che nessuno ha mai descritto la vita come esistenza facile, il suo bello sta nella complessità nella plasmabilità e nella diversità. Il vero scambio o trasformazione sorge nelle piccole cose che accomunano più persone in un contesto uguale o differente e da questo sistema di pensieri colma in un uno scontro di conoscenze collettivo definita in poche parole vita. La vera forza sta nel plasmare le nostre conoscenze e renderci resilienti ad un sistema opprimente che per definizione potrebbe essere una determinata situazione o caos da qui il discorso “non esiste peggior sordo di qualcuno che non vuole ascoltare” che proietta una sola verità sapendo che ne esistono di multiple, aprendosi ad un altro contesto quale unica via perseguibile o verità celata. Semplicemente in risposta non esiste, è qualcosa che si costruisce con il tempo, il fautore di ciò siamo solo noi stessi, in sostanza il sistema opprimente viene a crearsi da più idee contorte e sbagliate ovvero quelle che non creano comunità, integrazione e progresso. Trasformazione anche nel senso come diceva il signor C. G. Jung ovvero “fino a chè non prenderai coscienza, l’inconscio governerà la tua vita e tu lo chiamerai destino”.
Morgana Spiriticchio
Gianni Colombo, Spazio elastico, 1970, Legno laccato ed elastico, 100 X 100 cm, Milano, Gallerie di Piazza Scala.