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ART-icoliArte e bellezza (parte 1)

Arte e bellezza (parte 1)

Comunemente è diffusa l’opinione che l’arte debba essere sempre a servizio della bellezza e che l’artista abbia il compito di esprimere il bello in quanto tale.

Questo è però un giudizio che mi sembra erroneo e infondato. Qui voglio spiegarne il perché.

Come tutti sappiamo, la vita è fatta non solo di cose belle, ma anche di eventi drammatici e spiacevoli con i quali ogni giorno siamo costretti a fare i conti.

È giusto esprimere la nostra gioia di vivere attraverso l’arte, ma non dobbiamo dimenticare che, assieme alle cose belle, ci sono anche momenti brutti, spinosi e difficili.

Se l’arte è riflesso della vita che viviamo tutti i giorni, non esiste peggior illusione di un’arte che rappresenti solo il bello.

In tal caso sarebbe come amputare il braccio di un essere vivente con la scusa che esso non ci piace, adducendo il motivo che questo lo abbiamo tagliato perché non ci serve e ne possiamo fare a meno. In realtà, bello e brutto convivono come bene e male dentro ognuno di noi e mi sembra un atteggiamento ipocrita quello che vorrebbe che esistesse nella mente creativa dell’artista solo il bello.

È giusto rappresentare anche il brutto che, a conti fatti, ha la stessa dignità del bello.

Dunque perché dobbiamo rifiutare in arte quella parte che sollecita le nostre emozioni di tipo negativo? Solo perché è capace di suscitare dentro di noi forti reazioni?

Certo, un bello limpido e chiaro, come quello espresso dal Neoclassicismo di Canova, non può che disporci bene, positivamente di fronte all’opera, la quale susciterà in noi un vero piacere estetico.

Ma perché mentire a noi stessi pensando ad un tipo di arte che sia manifestazione solo del bello? Perché arrivare a negare il brutto alimentando in noi l’illusione che l’artista stesso sia una creatura speciale dentro cui non vi sia spazio né per il male, né per il brutto?

L’artista non è forse un uomo come tutti gli altri con pregi e difetti?

Francesco 16-9-2020

“Fratello e sorella” di Max Beckmann (1933)

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