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La mediocrità

Una cosa non può sopportare un artista: la mediocrità. Non importa se sia la propria o quella degli altri, l’importante è riuscire a sfuggirle.
Alla mediocrità si contrappone l’autenticità, al prodotto dozzinale il prodotto originale.
Essere un mediocre artista è facile, come è molto facile essere una persona mediocre.
L’opera artistica deve distinguersi dalle creazioni precedenti per la propria luce interiore, per la propria originalità: un’opera è l’espressione autentica di chi l’ha creata, un’ espressione che prende corpo e si fa breccia nel mondo per mezzo della fantasia.
L’artista quando riesce nel suo intento, di realizzare qualcosa che piace a sé e agli altri, sfugge alla quotidiana mediocrità, esce dal circuito tautologico della ripetizione, rompe con ciò che è monotono e piatto, per un attimo brilla di luce propria.
Ma la mediocrità riguarda tutti, non solo chi non è artista. L’artista è prima di tutto un uomo e quindi, in quanto tale, anche lui è soggetto ai mutamenti di umore e al pessimismo. Si può sentire mediocre, senza alcun valore, oppure inutile e banale. Ma il segnale che ci forniscono i nostri sentimenti è molto importante, perché la bellezza non è mai banale, né mediocre. Questo segnale ci porta ad aspirare a cose migliori. Se ci sentiamo mediocri e questo sentimento di mediocrità investe anche i nostri lavori, vuol dire che è giunto il momento di fare qualcosa di meglio, che superi in bellezza i lavori precedenti.
Ciò che distingue l’artista dagli altri è il combattimento, la lotta che egli intraprende contro tutto ciò che è mediocre; solo in questo senso egli è diverso dall’uomo comune. Questo mondo, infatti, è per lo più fatto da cose mediocri, superficiali: la banalità è all’ordine del giorno e con questa tutti abbiamo a che fare ogni dì.
Quindi artisti o non artisti, tutti noi viviamo momenti in cui ci sentiamo mediocri e siamo “chiamati” a combattere la mediocrità, a cominciare dalla propria.
Il rischio dell’atteggiamento di chi  combatte la mediocrità è perciò quello di chiudersi in un estremo individualismo, che porta ad allontanarsi dalla massa e a vedere questa come un nemico, qualcosa contro cui lottare. Ma io voglio lottare contro la mediocrità, non contro le persone.
Spesso mi viene spontaneo associare la mediocrità al luogo comune. Questo non a torto. Il luogo comune si utilizza spesso, nel dialogo tra persone, quando non si sa cosa dire. Non pretendo che si dicano sempre cose intelligenti e profonde, ma che almeno si taccia nei momenti in cui non ci sono argomenti su cui discutere; meglio stare in silenzio che dire cose senza alcun senso. È così che si finisce col parlare del tempo, della propria salute cagionevole, dello Sport ecc…ma di sé non si dice niente. In questo modo la gente si sente sicura, protetta, al riparo, non rischia di mettersi in gioco.
Non esiste cosa più banale della condivisione tra persone di un luogo comune, questo rafforza in noi la convinzione di essere persone “normali”, che in fondo pensano come gli altri: il luogo comune, infatti, è rassicurante.
Anche per questo motivo odio la parola “normale”, mi suona falsa.
Ma come ho già detto prima, non voglio condurre una guerra contro le persone, non è questo il mio obbiettivo.
Ciò che voglio è invece affermare un pensiero originale, nella vita come nell’arte; combattere la mediocrità attraverso la creatività; realizzare qualcosa che mi consenta di sfuggire alla mediocrità: questo è uno dei principali scopi di tutta la mia esistenza.
Francesco                                16-7-2020
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