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Visione e condivisione

Il tema della visione è un argomento caro a tutti gli artisti. Qualcuno, in epoca romantica, ha paragonato l’artista al “veggente”. L’artista vede ciò che altri non scorgono, o meglio, nota ciò che ad altri sfugge. E’ perciò, prima di tutto, un buon osservatore. Presta le sue pupille, come fossero degli occhiali, a chiunque voglia soffermarsi a osservare la realtà attraverso i suoi occhi. L’artista presta il suo “occhio estetico”. Le sue opere sono espressione e frutto di questo particolare modo di vedere, che sorprende ogni volta e che noi, per essere sbrigativi, definiamo “visione”.

La propria “visione” diventa “condivisione”. Sì, perché noi persone creative vogliamo condividere con tutti (nessuno escluso) la felicità che ci viene dal creare in maniera libera e spontanea, autentica, senza inganni o veli, opere che ci rappresentino: perché attraverso loro, parliamo di noi stessi. Vogliamo che anche gli altri divengano partecipi di ogni evento creativo, di ciò che di volta in volta viene ideato.Per uno scrittore non avrebbe alcun senso scrivere un libro se questo poi non venisse letto, se non vi fossero lettori ad apprezzarlo. Chi scrive è spinto a scrivere da precise motivazioni: vuole essere apprezzato per quello che scrive e condividere con altri il proprio pensiero.
Così, non avrebbe ugualmente senso, per un artista, creare solo per se stesso. Meglio che un artista, quando crea, metta da parte il proprio egoismo. L’artista ha in mente qualcosa (l’opera) che è diretta agli altri, non a se stesso.

L’altro (chi osserva) è l’interlocutore verso cui è diretto il discorso artistico.   Non esiste un’opera che sia nata per piacere a se stessa e, se un’opera piace al suo autore, è vero anche che ogni artista cerca di condividere con gli altri la gioia di averla messa al mondo. Occorre essere meno egoisti e più generosi; perdere di vista, ogni tanto, anche se stessi.

Abbiamo, perciò, bisogno di fare partecipi gli altri delle nostre scoperte (un’idea nuova è in fondo come una scoperta); un po’ come quello scienziato che cerca di divulgare ciò che la natura gli ha finalmente rivelato, o come quello scrittore che, in cuor suo, desidera che il proprio libro venga letto e condiviso da il maggior numero di persone.

Francesco

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