L’acrobata
L’artista è simile a un acrobata. Si muove lungo il confine che separa l’immaginazione dalla realtà. Attraverso un percorso a zig zag passa, transita da un mondo all’altro, portando a tutti quella conoscenza che il pericolo di superare la soglia della normalità ci vieta.
Varcare la soglia che separa i due mondi (mondo reale e mondo dell’immaginazione), per molti di noi, coincide con l’abbandonare le certezze relative al mondo che conosciamo per inoltrarci in un mondo privo di regole e sconosciuto.
Come un acrobata l’artista sfida le leggi del mondo fisico.
La tensione verso ciò che ci appartiene eppure ci è sconosciuto (il mondo interiore) viene equilibrata dalla tensione verso il mondo reale.
Mentre la razionalità ci permette di governare il mondo reale, il mondo dell’immaginazione sembra dominato dalla confusione, dalla mancanza di regole, dal caos e quindi sfugge al controllo della nostra ragione.
Gli antichi greci facevano la distinzione tra il mondo conosciuto che arrivava fino alle “colonne d’Ercole” (lo stretto di Gibilterra) e il mondo sconosciuto che iniziava a partire da tale confine. Questo confine rappresentava il “limite della conoscenza”.
L’artista attinge figure dal proprio immaginario, da quel grande serbatoio costituito dal proprio mondo interiore, mondo popolato da tutte queste figure.
Le figure sono come fantasmi che abitano nella mente: insistono e premono, come un bambino nella pancia materna, per diventare forme reali che occupano uno spazio.
Queste figure o immagini sono le nostre rappresentazioni mentali, attraverso esse noi ci rappresentiamo il mondo e a esso attribuiamo un significato.
L’arte è un linguaggio a sé: che sia pittura, scultura o altro possiede una propria autonomia e ci parla attraverso la propria lingua.
Il linguaggio che usa l’arte è un linguaggio fantasioso e ricco, fatto di simbologie e metafore.
Francesco. 4-6-2017