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ART-icoliL’autonomia dell’arte moderna

L’autonomia dell’arte moderna

 

Il fine di molta pittura, per secoli e secoli, è stato quello di riprodurre il mondo reale facendone una fedele copia, quasi questa fosse un duplicato della realtà.

Oggi, però, sappiamo benissimo che sia il quadro che la realtà possiedono una propria autonomia, sono due realtà completamente diverse. Sembra scontata e banale, ma questa affermazione costituisce una conquista del pensiero dell’uomo moderno. Oggi, siamo coscienti che una pittura che rappresenta il mondo reale non è la stessa cosa del mondo sensibile, né il suo equivalente, ma piuttosto ci vuole illudere di esserlo; è quindi finzione.

Tanto più l’artista, nell’antichità, si avvicinava con la propria pittura al mondo reale, tanto più veniva lodato e apprezzato dai suoi contemporanei.

Ciò che guidava la mano dell’artista era il criterio della verosimiglianza.

Con l’arte del ‘900, grazie anche all’avvento della fotografia, il compito di riprodurre la realtà viene demandato al fotografo. Il criterio della verosimiglianza viene messo da parte per far posto ad un’arte più libera che non è più vincolata dalla riproduzione fedele della realtà.

Non ha più alcun senso tendere a una copia fedele del mondo reale, la sua copia è solo un abile esercizio.

Acquista più importanza il mondo soggettivo; l’artista attinge dal proprio mondo interiore i soggetti, le immagini, le figure che servono alla sua pittura.

Avviene, perciò, uno spostamento dell’interesse estetico: dalla rappresentazione del mondo reale si passa alla rappresentazione del mondo soggettivo, dal mondo oggettivo al mondo del soggetto.

 

Francesco.                              6-5-2019

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