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Gaetano Previati. La vita

di Luca Baule

Gaetano Previati nasce a Ferrara il 31 agosto 1852, inizia gli studi all’Istituto
Tecnico cittadino abbandonandoli quattro anni dopo per seguire, alla locale Scuola
di Belle Arti, i corsi di pittura e disegno tenuti da Giovanni Paglierini e Girolamo
Domenichini, due dei maggiori pittori ferraresi del tempo. Dopo il servizio militare
si trasferisce a Firenze dove frequenta per alcuni mesi l’Accademia sotto la guida di
Amos Cassioli.

G. Previati, Autoritratto, 1911

Nel 1877, grazie a un sussidio dell’Amministrazione provinciale di Ferrara s’iscrive
all’Accademia di Brera, seguendo le lezioni di Giuseppe Bertini, un artista
romantico. In questo periodo si dedica anche alla scultura.
Stabilitosi a Milano frequenta i circoli della Scapigliatura, i cui aderenti sono in
contrasto con la cultura tradizionale. Intensifica la partecipazione alle rassegne
pubbliche, mostrando interesse per la corrente Divisionista.

Nel 1890 sposa la modella Leonilda Baldassini; a distanza di un anno nasce il primo
figlio Carlo seguito, tra il 1895 e il 1901, da Flaminio e Alberto. Sempre nel 1890
inizia a lavorare alla grande tela della Maternità (Banca Popolare di Novara), primo
capolavoro della svolta Divisionista. Nel 1891 partecipa all’esordio del
Divisionismo con l’opera Maternità presso la I Triennale di Milano.

Le sue opere successive, come Caravelle pisane con la loro semplificazione delle forme
anticipano alcune esperienze del primo Novecento. Inizialmente, dipinge opere di
carattere storico. Previati, diversamente da Segantini e Seurat propose una maggiore fusione tra figura e ambiente. Si concentrò sull’atmosfera psicologica per
ottenere una risposta emotiva nello spettatore. Tale interesse derivava dalla sua
adesione alla Scapigliatura negli anni Ottanta dell’Ottocento. Vittore Grubicy definì
il modo di dipingere di Previati come “pittura di idee” che diventò, in seguito
Simbolismo.

Nel 1910 è nominato Commendatore della Corona d’Italia in occasione dell’Esposizione
di duecento opere di Gaetano Previati nel Palazzo della Società per le Belle Arti di
Milano. Nel 1915 muore la moglie, il figlio maggiore si arruola volontario mentre
l’altro, anch’egli partito soldato, muore prima di raggiungere il fronte. In seguito a questi
lutti familiari si ritira nella cittadina ligure di Lavagna dove muore il 21 giugno 1920.

Gaetano Previati, Maternità, 1890-1891

Il dipinto monumentale Maternità è realizzato con tecnica divisionista mediante piccole
pennellate filamentose. I colori sono accostati puri sulla tela. È suddiviso su tre
fasce cromatiche. La parte alta, il cielo, è risolta con un azzurro tendente al grigio.
La fascia centrale, invece, rappresentata dalle figure tende a grigio argento. Infine,
la parte inferiore è occupata dal prato. I contrasti di luminosità sono piuttosto
deboli. Il paesaggio è illuminato dalla luce solare che proviene dal fondo.

Raffigura una madre che allatta un bambino, circondata dagli angeli, alle loro spalle
è presente l’albero da frutta che è il simbolo della vita. Le forme, prive di una
volumetria risultano indefinite.
Una giovane madre è seduta a sinistra del dipinto. La schiena è appoggiata ad un
piccolo albero di melarancio. La giovane culla e allatta il bambino protetto dal suo
abbraccio. Indossa un velo bianco sul capo e un abito blu. Intorno a loro vi sono
alcuni angeli dalle grandi ali e vesti bianche. I tre di sinistra sembrano riposare e
appoggiano il capo sulle mani. L’angelo di destra, invece, è inquadrato di spalle.
Anche lui sembra dormire. Infine, un altro angelo è accasciato sul sepolcro coperto
da erba verde. La sua posizione esprime disperazione e abbandono. Il paesaggio è
verde e ai piedi della madre crescono diversi gigli bianchi e alcuni anemoni.

Previati fa riferimento al tema cristiano della Vergine con il Bambino. Il tema
tradizionale della Maestà è interpretato in chiave laica e simbolista. I riferimenti
alla purezza di Maria rimangono il velo bianco e i gigli. Gli anemoni violetti che
crescono ai piedi della Madonna rappresentano la breve vita di Cristo. Infatti il delicato fiore dell’anemone è destinato ad appassire velocemente. Inoltre, gli anemoni rossi, sarebbero nati dal sangue di Cristo in seguito alla sua crocifissione.
Previati realizzò alcuni disegni preparatori. In questi lavori l’artista studiò
attentamente i dettagli iconografici. Inoltre, valutò la composizione al fine di
ottenere un effetto unitario d’insieme. Previati iniziò a lavorare al dipinto nel
settembre del 1890. Dopo un meticoloso e tormentato lavoro consegnò a Brera
l’opera tra fine marzo e il 10 aprile 1891.
Previati espose Maternità alla prima Triennale di Brera nel 1891. Il Simbolismo,
compariva, così, per la prima volta nell’arte ufficiale italiana. L’opera suscitò
immediatamente un dibattito a causa delle implicazioni simboliche del tema.
Inoltre, alcuni accusarono Previati di non saper disegnare.

Gaetano Previati, Caravelle pisane, 1908

Caravelle pisane è un dipinto divisionista di formato rettangolare sviluppato in
orizzontale; rappresenta una marina con navi a vela che solcano un mare mosso.
Le alte onde proiettano in alto le navi che spiegano al vento grandi vele triangolari.
Dal fianco della caravella in primo piano fuoriesce una schiera di remi che fende
l’acqua marina. Nel cielo si alzano vaporose nubi bianche. La profondità della
marina è suggerita dalla parziale sovrapposizione delle due imbarcazioni. Inoltre la
loro differenza di grandezza è un ulteriore indicazione spaziale come le onde
oblique.

Le due caravelle sono riunite nella stessa inquadratura che comprende un’ampia
porzione di mare e cielo. Il mare occupa poco più di un terzo del dipinto mentre il
cielo e le nuvole il restante spazio superiore. La costruzione obliqua della caravella
in primo piano imprime una dinamicità alla marina e suggerisce il moto ondoso.

I toni dell’opera sono prevalentemente caldi nelle parti delle vele, delle nuvole e
sulle caravelle. Invece, il cielo e il mare tendono al freddo con toni di azzurro e blu.
Vi sono contrasti di complementarietà tra il blu e l’arancione. Contrasti tra caldo e
freddo tra le nuvole, le vele, cielo e mare. La luce proviene da sinistra e illumina le
vele e le onde in basso.

12-08-2019 Luca Baule

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