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Semplice e Facile

Spesso , nel linguaggio comune, utilizziamo la parola semplice come sinonimo di facile, incorrendo così in un errore. Se penso a facile mi viene da pensare a qualcosa che non costa fatica, che si può fare senza che occorra una preparazione particolare, alla portata di tutti.

Semplice per me non corrisponde sempre a qualcosa di facile. La semplicità non è un punto di partenza (come molti credono), ma un obbiettivo non sempre “facile” da conseguire.

Semplificare un discorso vuol dire tradurre questo in un linguaggio più comprensibile quindi, dal punto di vista della comunicazione, più efficace.

Quando ci troviamo di fronte a un quadro di un artista, se vogliamo tradurre, attraverso il linguaggio verbale,  il contenuto dell’opera, dobbiamo operare una semplificazione, cioè ridurre un tipo di spiegazione complessa a linguaggio chiaro e semplice. Per questo motivo il ruolo del facilitatore non è “facile” da espletare. Occorre che si traduca il linguaggio dell’arte in un linguaggio verbale semplice, in modo che anche l’uomo della strada, o chi non possiede istruzione, possa capire di cosa stiamo parlando. Dalla semplicità dell’esposizione dipenderà il successo del nostro intervento.

Semplice è l’opposto complesso anche nel campo della scienza, quando dobbiamo descrivere o spiegare un fenomeno attraverso una legge o una teoria, ricorriamo a quella che ci sembra più chiara e semplice. Qui la semplicità fa da criterio selettivo nel decidere quale legge, teoria o formula adottare.

Facciamo due esempi:

La Teoria Eliocentrica Copernicana (successivamente perfezionata da Keplero con l’introduzione delle orbite ellittiche) subentrò a quella Geocentrica Tolemaica, molto complicata rispetto alla prima.

Tolomeo ricorse alla Teoria degli Epicicli per spiegare i moti dei pianeti i quali, in accordo con Aristotele, descrivevano orbite sempre circolari.

Tolomeo attraverso questa teoria complicatissima riuscì a spiegare in maniera soddisfacente il moto dei pianeti. Con Copernico prima e Keplero poi, il sistema eliocentrico venne perfezionato. Risultato più semplice, attraverso esso, spiegare i moti dei pianeti, questo sistema prese il posto del sistema geocentrico tolemaico.

Questo è l’esempio di come nella scienza una teoria scientifica semplice sia preferibile ad una complicata ma per arrivare ad una definizione di una teoria semplice occorre passare attraverso tante ipotesi e formulazioni di teorie.

Insomma ciò che risulta semplice è frutto di tanto lavoro e non coincide con la prima soluzione che troviamo ad un problema.

La scienza perciò procede per semplificazioni .

Un altro esempio di quanto il criterio di semplicità sia importante in campo scientifico lo si può dedurre da una affermazione di Einstein. Ad una conferenza egli disse: “Le leggi della fisica dovrebbero essere più semplici.” In effetti la formula E=mc (con c elevata al quadrato), ovvero l’equazione che stabilisce l’equivalenza tra l’energia (E) e la massa (m) per la velocità della luce al quadrato (c dal latino “celer” ovvero veloce) di un sistema fisico, è molto semplice.

La formula riassume qui qualcosa di più complesso, è la sintesi di un discorso più generale.

Tale semplicità è riscontrabile anche nel creato o nel mondo naturale. E perciò una semplicità di ordine matematico.

Per Einstein ” Il mondo era un formalismo di straordinaria bellezza, espressione di una razionalità che si poteva identificare con Dio, un Dio incarnato nelle formule matematiche che opera secondo la via più semplice, unendo armonia, bellezza, e semplicità.”

Questa semplicità , questa sintesi di armonia e bellezza frutto di un lungo lavoro, è anche lo scopo ultimo di ogni artista.

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