La pittura antica e la pittura moderna
La pittura antica aveva due particolarità: era allusiva e al tempo stesso illusiva.
Allusiva perché alludeva alla realtà di cui voleva essere la rappresentazione. Faceva dunque riferimento al mondo reale, visibile.
Illusiva perché aveva come scopo quello di illudere l’osservatore, facendogli credere che il mondo rappresentato fosse quello reale. Era perciò mimetica (imitativa).
Quanto più il pittore riusciva a creare nello spettatore questa illusione, tanto più l’artista sembrava riuscito nel suo intento rappresentativo.
Come affermò Leon Battista Alberti, architetto e teorico del rinascimento, il quadro è come “una finestra aperta sul mondo”, luogo privilegiato da cui osservare la realtà.
Con l’arte moderna la pittura raggiunge la propria autonomia. Non esiste più una relazione tra il soggetto dipinto (che spesso manca) e la realtà. Anzi è la pittura stessa, spesso, il vero soggetto della rappresentazione.
L’artista non tenta più di rappresentare il mondo reale. Il quadro costituisce una realtà autonoma, non ha più come referente il visibile. Ha le proprie regole che vanno cercate al suo interno, non fuori. Queste regole sono di carattere compositivo e consentono all’artista di organizzare (come i vocaboli di un discorso) gli elementi sulla tela, secondo il proprio gusto e la propria fantasia. Questi elementi, per la pittura, sono: la linea, le forme e i colori.
A tal proposito voglio esprimere cosa io intendo per creatività.
La creatività è un tipo di abilità: è la capacità di organizzare, combinare, secondo una logica fantasiosa e immaginaria e in modo originale e inedito, gli elementi base di una forma artistica, dando così luogo ad un’opera che risulti il frutto di tale combinazione.
Francesco 1-7-2019