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ART-icoliLa pipa di Magritte

La pipa di Magritte

Con il ‘900, il cordone ombelicale che legava l’arte al mondo reale, visibile, viene reciso.

Essendo entrata in campo la fotografia, venendo quindi meno il compito di riprodurre la realtà, l’interesse dell’artista si sposta verso una ricerca il cui oggetto non è più la rappresentazione.

L’interesse per il mondo reale, di cui l’arte per secoli e secoli è stata la copia fedele, viene a mancare, e prevale, invece, un atteggiamento che spinge l’artista a cercare nuovi modelli nel suo mondo interiore.

L’arte diventa un riflesso della soggettività dell’artista. Ma non solo avviene uno spostamento dell’interesse estetico, l’arte si avvia verso la propria autonomia; abbandona la figurazione per trovare, attraverso un sistema di segni non iconici, una nuova forma espressiva.

Non essendo più vincolato da un preciso soggetto da riprodurre, l’artista trova, deducendole dalla pratica artistica, le regole che stanno alla base del suo operare.

L’arte è un linguaggio e, in quanto tale, ha una sua grammatica: le linee, le forme e i colori sono i vocaboli attraverso i quali egli articola, organizza, secondo una sintassi di tipo artistico, il proprio discorso sulla tela.

Nasce così la pittura astratta, la quale giunge a una propria autonomia, almeno fino al punto di arrivare ad eguagliare la musica, che da sempre è stata svincolata (eccetto la musica descrittiva) dall’intento rappresentativo. La pittura ha delle regole che vanno cercate al suo interno, non fuori.

Tutti noi siamo, poi, consapevoli del fatto che la pittura è innanzitutto costituita da una superficie, sulla quale sono distribuiti dei colori secondo regole compositive. La pittura, perciò, essendo una superficie, non è più “La finestra sul mondo”: l’arte di oggi non vuole più illuderci di essere una cosa vera. Un quadro non ci spaventa, né ci turba, perché tutti sappiamo che ciò che vediamo in esso non è cosa reale. Il mondo reale, quello visibile, è una cosa, la pittura un’altra.

Quando Magritte dipinge una pipa e sotto di essa scrive “Questa non è una pipa”, non fa altro che sottolineare, con questa affermazione, che la pipa dipinta non è la stessa cosa della pipa reale.

Questa consapevolezza, di un’arte autonoma e della sua riduzione a superficie dipinta, per quanto possa sembrare una cosa ovvia, è una conquista moderna, tipica dell’uomo-artista contemporaneo.

Oggi la pittura ha raggiunto la propria autonomia e diventa il luogo ove l’artista, attraverso l’utilizzo di segni aniconici, dà forma al suo mondo interiore.

La musica è, perciò, il modello di riferimento di tutta la pittura astratta: in questo tipo di pittura non compare più alcuna allusione al mondo reale.

 

Francesco                           9-2-2020

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