“Serpente” di Piero Dorazio
Secondo Piero Dorazio “il quadro astratto non rappresenta altro che se stesso.” Questa affermazione diventa una possibile chiave di lettura per comprendere non solo l’opera di Dorazio, ma tutta l’arte astratta.
Con l’arte astratta il rapporto tra mondo reale e pittura si incrina, l’arte non rappresenta più la realtà, il quadro non è altro che la rappresentazione di se stesso. Il cordone ombelicale, che legava la pittura antica (con la mimesi) al mondo naturale, viene definitivamente reciso, e così l’arte si avvia verso la propria autonomia. L’opera astratta, per uno spettatore impreparato, è qualcosa di difficile interpretazione, che crea non poche difficoltà in chi, per la prima volta, si avvicina per capirla.
Questo discorso vale anche per il quadro “Serpente” di Piero Dorazio. Qui, però, l’artista ci suggerisce un titolo e, attraverso questo, sembra voler venirci in aiuto per una più chiara comprensione di questo lavoro. Questo titolo è una specie di indizio, che sembra voler ripristinare quel rapporto tra mondo reale e pittura che, come abbiamo poc’anzi visto, con l’arte astratta è andato perduto. Il titolo, anche se per poco, ci mette ancora una volta in contatto con la realtà, fa riferimento ad essa, e ci spinge, ci sollecita a trovare dentro l’opera tutte quelle forme che per noi hanno un’analogia, o anche una lontana parentela, con quelle del mondo reale.
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