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Giovanni Segantini

di Luca Baule

 

Biografia

Giovanni Segantini nasce ad Arco di Trento il 15 gennaio del 1858, quando il trentino era ancora austriaco. È di umili origini ed ha un’infanzia infelice.

La perdita della madre, Margherita, nel 1865 segna Segantini profondamente e determina la centralità del tema della maternità nella sua produzione artistica, come evidenziato nel celebre dipinto Le due madri.

Adolescente, Giovanni Segantini si trasferisce a Milano da una sorellastra che non se ne prende cura e lo abbandona a se stesso. Trascorre in quegli anni una vita ai margini, viene arrestato per vagabondaggio e il 10 agosto 1871 viene internato nel riformatorio Marchiondi. Vi resterà fino al 31 gennaio 1873, quando il fratellastro Napoleone lo porta con sé a Borgo Valsugana e inizia Giovanni alla fotografia.

Dal 1874 torna a Milano. A Milano l’artista ha l’opportunità, di frequentare l’Accademia di Brera e di entrare in contatto con i letterati e i pittori della Scapigliatura milanese, la cui influenza è visibile nelle sue prime opere d’arte.

Giovanni Segantini viene notato dalla critica durante l’esposizione nazionale di Brera nel 1879. Vittore Grubicy, famoso gallerista di Milano, ne riconosce la qualità e stringe con lui uno stretto rapporto di amicizia e di lavoro che durerà per tutta la vita.

Nel 1880 il pittore conosce Luigia Pierina Bugatti, detta Bice che diventa la sua compagna di vita, la modella di molti suoi quadri, nonché la madre dei suoi quattro figli. Dopo aver vissuto per qualche tempo in Brianza Giovanni Segantini torna a vivere sulle montagne in cui ha trascorso la prima parte della sua vita, nel Cantone Svizzero dei Grigioni e infine negli ultimi cinque anni di vita tra le montagne del Maloja, in Engadina.

A fine degli anni Ottanta Segantini raggiunge una discreta fama a livello internazionale. La vita di questo grande artista termina a soli quarantuno anni, muore il 28 settembre del 1899 per un attacco di appendicite che provoca una peritonite, che gli viene mentre è bloccato per il maltempo in un rifugio in alta quota cui era andato per dipingere. L’ultima sua opera il Trittico dell’Engadina rimane così incompiuta.

G. Segantini, Autoritratto, 1895

G. Segantini, Autoritratto, 1895

Segantini e la tecnica divisionista

La tecnica divisionista consiste nell’applicare sottili pennellate di colori a olio puri,
non mescolati, molto ravvicinate a pennellate di colori complementari. E’ una
tecnica pittorica che permette un incremento della luminosità del dipinto e si rivela
particolarmente adatta per raffigurare le montagne e la loro luce intensa. Segantini
dietro suggerimento di Vittore Grubicy la sperimenta, si rende immediatamente conto della potenzialità di tale tecnica e la adotta per le sue rappresentazioni
artistiche.
Segantini preferisce dipingere en plein air, nei luoghi dove è ambientata la scena da
riprodurre, e già dagli anni 1883-84 rinuncia all’uso del bozzetto ed a dipingere in
uno studio. Infatti solo nell’ultimo periodo, nel 1898, adibisce una costruzione
affiancata alla sua baita Kuomi a Maloja a sorta di studio dove in realtà va per
leggere e disegnare ma mai per dipingere.
I soggetti dei suoi quadri sono popolari e rappresentano i valori che caratterizzano
il popolo: il lavoro umile e faticoso, la famiglia. L’artista raffigura in particolare
scene che si ambientano in montagna.
La tecnica divisionista utilizzata nelle sue opere conferisce brillantezza e risalto alle
sue scene di verismo agreste. Segantini esalta il mondo dei pastori e dei contadini e
la loro vita dura ed a contatto con la natura.
La tecnica divisionista permette all’artista di rendere bene le atmosfere alpestri e i
materiali come le pietre e le rocce, ma anche gli aspetti più minuti della realtà: i fili
d’erba, la paglia, il pelame degli animali.
Nei quadri di Segantini, accanto agli uomini, ci sono sempre animali, visti come
fedeli compagni della vita dell’uomo.
Il pittore ricorre ad effetti di luce a volte spettacolari, estremi e pittoreschi: le
tonalità livide del crepuscolo, il controluce del sole basso all’orizzonte all’alba o al
tramonto, il chiaroscuro della luce artificiale.
Durante gli ultimi anni si accentua l’esigenza dell’artista di una vita vicina allo
spirito religioso ed egli esegue opere in cui emerge, nel rapporto con la natura e la
luce, la ricerca del divino.

27- 05 – 2019 Luca Baule

 

G. Segantini, Mezzogiorno sulle Alpi, 1891.jpg

G. Segantini, Mezzogiorno sulle Alpi, 1891

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