Libertà in dialogo
Questo art-icolo nasce da un dialogo tra i Facilitatori Arte Salute per riflettere su cosa significa guardare un’opera d’arte e come “usarla” per esprimere affetti ed emozioni.
Il Re nudo (da una fiaba di Andersen) di Francesco Fregapane
Emettere un giudizio personale e autentico su un’opera risulta sempre più difficile. La nostra mente è inquinata e noi, abituati a sentire parlare autorevoli critici e storici dell’arte, non siamo sempre pronti a dare un giudizio libero sulle opere che ogni volta ci vengono sottoposte.
Non siamo liberi di esprimere un giudizio nostro su ciò che vediamo e siamo invitati, ogni volta che trattiamo di un artista, a mettere da parte la nostra vena critica, lasciando il posto a tutti quei giudizi emessi da coloro che studiano l’arte. Giustifichiamo ogni tipo di operato artistico, senza però contraddire i giudizi della Critica, i cui discorsi e ragionamenti vengono quasi sempre avvallati.
Mi viene da pensare alla fiaba di Hans Christian Andersen, “I vestiti nuovi dell’imperatore”. Qui si narra di un imperatore che, credendo a dei sarti truffatori, si fa confezionare un abito che possiede una proprietà molto strana e particolare: esso risulta invisibile a quegli uomini che non sono all’altezza della propria carica o che sono molto stupidi.
Tutti i cortigiani lodano e ammirano gli abiti nuovi dell’imperatore, anche se, dentro di sé, dubitano del fatto che il re sia vestito; perché il re sembra nudo, senza vestiti addosso. Nessuno sembra però ammettere questa palese verità, anche per via della paura di sembrare di non essere all’altezza della propria carica o addirittura di essere stupido. Solo un bambino, con quell’innocenza che caratterizza tanto i piccoli, riesce a sventare la truffa e s’accorge che il re è nudo. A questo punto la folla arriva a domandarsi se il re è veramente vestito o no.
Cosa ci insegna questo racconto?
Ci insegna che la nostra mente è così inquinata da tanti preconcetti e opinioni diffuse che nessuno di noi è in grado di dare un giudizio libero o incondizionato sulle cose.
Questo accade anche in ambito artistico. Siamo così condizionati dalla nostra cultura che, ogni volta che dobbiamo emettere un giudizio sull’opera di un artista, questa operazione ci risulta difficile.
Nessuno di noi osa dire (similmente a quello che avviene nella favola di Andersen), anche se lo pensa, che l’artista di cui esaminiamo l’opera ha fatto una porcheria. Sembra impossibile contraddire il giudizio generale. Tutti siamo concordi nell’attribuire valore ad opere che non sempre meritano le nostre lodi. Si tratta di una forma di conformismo da cui non riusciamo a liberarci, oltre che di una forma di servilismo.
Occorre avere la mente pura come quella di un bambino per poter vedere le cose come stanno. Solo un bambino (nella fiaba) si accorge della nudità del re, e solo un bambino è in grado di dirci, senza giri di parole, con innocenza e franchezza, se una cosa è vera o falsa, bella o brutta. I bambini non conoscono mezzi termini, sono diretti nelle loro espressioni; dicono le cose come le pensano, senza fare grandi discorsi.
Noi invece, forse per paura di essere criticati ed etichettati, spesso non diciamo ciò che pensiamo e ci rifugiamo, anche per comodità, nel pensiero altrui.
11 marzo 2022
L’arte come finestra per esprimersi di Paola Gioia Rendini
Questo non accade però quando ci accostiamo ad un’opera d’arte utilizzando il nostro metodo, che ci vede liberi di esprimere in tutta franchezza le nostre sensazioni ed emozioni. Affetti ed effetti, sensazioni percepite e conseguenze pratiche di tali emozioni, ci permettono di giungere ad un’analisi profonda dell’opera d’arte che va al di là della pura percezione artistica ma scava nel profondo delle emozioni. Spesso si rivelano legami sotterranei con emozioni sepolte, l’opera d’arte diventa il terapeuta che maieuticamente estrae da noi affetti e sensazioni, chiarendoci percorsi fino a quel momento inconsci. È così che inizia un percorso graduale di scoperta dell’opera d’arte e di se’ stessi, un percorso che vede un miglioramento della percezione del se’, ed un approfondimento delle opere d’arte. Quindi effettivamente con un approccio libero, da fanciullino, emotivo, si riesce a giungere ad una conoscenza profonda degli affetti e degli effetti delle opere d’arte.
20 aprile 2022