Cosa vuol dire oggi essere contemporanei
Questa vuol essere una riflessione su un problema che da tempo coinvolge tutti noi artisti. Riguarda l’inadeguatezza dell’arte rispetto al proprio tempo, ai tempi che vanno formandosi e, quindi, il rischio di fare un’arte che già al suo nascere ci sembra superata, perché qualcuno ha già utilizzato la sua forma; il rischio di essere anacronistici e di rifugiarsi nella tradizione e nel già conosciuto, non riuscendo a liberarsi del già fatto.
Ci si chiede sempre cosa sia arte e cosa non lo sia. Ma l’arte, anche se appartiene a un genere, una categoria, non è la stessa cosa di quel genere o di quella categoria, per definizione va oltre.
Io credo che questo problema, se siamo contemporanei o no e quindi se ciò che facciamo sia adeguato ai tempi, rimanga un problema di chi l’ha formulato, di chi per primo l’ha posto. A me, in quanto tale, sembra un falso problema. Appartiene alla nostra cultura moderna, la quale si è chiesta, considerando la novità una caratteristica propria dell’oggetto estetico, se questa potesse diventarne la sua principale prerogativa e se l’oggetto in questione dovesse, per ascriversi alle opere d’arte, essere principalmente nuovo e perciò distinguersi da tutta la precedente tradizione.
La novità di un’opera è diventata la sua qualità peculiare, quel carattere senza il quale può darsi né sussistere un’opera d’arte. Questo pensiero è però moderno e riguarda la definizione stessa di opera d’arte.
Personalmente penso che, questo interrogativo sulla propria attualità sia stato il problema principale di tutte le avanguardie, un problema che chi si trovava ad operare nel loro interno si è per primo posto e che per molto tempo non ha avuto risposta.
Quindi, per anni, gli artisti si sono tormentati sulla contemporaneità della loro arte, quasi che la loro arte potesse essere tale proprio per via di questa attualità. L’attualità di un’opera finiva per legittimarla; questo avveniva attraverso la ricerca del nuovo e l’abbandono di tutto ciò che rappresentava la tradizione.
Ma l’arte non è riducibile al solo problema della propria contemporaneità: questa non basta a stabilire se un’opera sia arte o no.
Per anni, dal 500 fino all’impressionismo, siamo andati avanti a rappresentare il mondo reale, senza perciò chiederci se questo fosse un atteggiamento obsoleto. Poi, ci siamo posti il problema sull’attualità di un’opera, su cosa significa essere per noi moderni. Essere moderni significa essere attuali, abbandonare la tradizione e abbracciare il nuovo. Ma ricercare il nuovo per il nuovo non può diventare l’unico obbiettivo di un artista, il motore che ci spinge a creare, né l’unica prerogativa di un’opera d’arte.
Francesco 16-4-2020