Ciak…si muove
La mostra rappresenta il coronamento di un lavoro iniziato circa nel giugno dell’anno 2014, che ha visto partecipare il prof. Roberto Rosso e Marica Moro assieme agli autori delle botteghe d’arte, nella realizzazione di opere tridimensionali, delle vere e proprie sculture.
Interessante è capire il percorso che ha portato a questo risultato. Esso si snoda lungo più fasi, le quali costituiscono l’ossatura del nostro lavoro.
Ecco le fasi:
a) ogni autore ha scelto un oggetto;
b) l’oggetto, posto su un piatto girevole, viene fotografato durante il suo moto;
c) ottenuta la foto dell’oggetto in movimento, si è pensato di utilizzarla come schizzo, bozzetto di un’opera tridimensionale;
d) partendo quindi dallo schizzo fotografico, ogni autore ha realizzato la propria scultura.
IL nucleo centrale di questo lavoro, il pensiero che ne sta a fondamento, è contenuto nel sottotitolo della mostra, là dove si parla di “memoria e metamorfosi di un oggetto”.
La fotografia dell’oggetto costituisce la sua memoria, cioè il ricordo dell’oggetto durante tutte le fasi della sua metamorfosi: l’oggetto viene ripreso durante il suo moto, mentre si trasforma. La metamorfosi si conclude con la fine del suo movimento: attraverso un moto circolare l’oggetto torna al suo punto di partenza, descrivendo così un cerchio. Grazie a questa “memoria”, che ci è servita da spunto, abbiamo realizzato delle sculture dalle forme imprevedibili, addirittura inimmaginabili. In che cosa si trasformerà il nostro oggetto non si può prevedere, né si può pilotare o determinare la sua trasformazione. La forma assunta dall’oggetto sfugge persino alla comprensione razionale del suo “Demiurgo” (il prof. Rosso), il quale rimane esterrefatto. E’ inutile fare dei pronostici su quali forme l’oggetto assumerà durante il suo movimento. Sarà il moto stesso principio e causa della sua forma.